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I frutti avvelenati dell’architettura moderna

Il nome di László Moholy-Nagy non ha bisogno di presentazioni, ma quello della sua seconda moglie Sibyl, nata Sybille Pietzsch nel 1903 presso la città tedesca di Dresda, è pressoché sconosciuto. Eppure alla sua morte nel 1971 Reyner Banham l’aveva ricordata come la più formidabile del gruppo di critiche donne del quale faceva parte anche Jane Jacobs che, negli anni ‘50 e ‘60 avevano continuamente tenuto sulla corda l’establishment architettonico degli Stati Uniti d’America. Insieme al marito nel 1935 era emigrata da Berlino per raggiungere prima a Londra e poi Chicago nel 1937. Lì avevano fondato il New Bauhaus, diventato successivamente Chicago School of Design poi confluita nell’Illinois Institute of Technology. Dopo la morte di László nel 1946, Sibyl intraprende una carriera di docente di storia dell’architettura e diventa una delle più autorevoli critiche delle idee del Movimento Moderno trasferite nella pratica architettonica e urbanistica nel continente americano.

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Di Michela Barzi

Laureata in Architettura presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Si è occupata di pianificazione territoriale ed urbanistica per vari enti locali. Ha pubblicato numerosi contributi sui temi della città, del territorio e dell'ambiente costruito in generale e collaborato con istituti di ricerca e università. Ha curato un'antologia di scritti di Jane Jacobs di prossima pubblicazione presso Elèuthera. E' direttrice e autrice di Millennio Urbano e scrive per altre riviste.